Cosa Vedere

Le origini del paese risalgono attorno al IX secolo, come risulterebbe da alcuni testi tra i quali il "Chronicon Vulturnense" antico testo redatto intorno al 1130 da un monaco dell'abbazia di San Vincenzo al Volturno di nome Giovanni. Proprio da questo testo risulterebbe che l'insediamento di Scapoli (cd. Castrum Scappili) nacque sulle terre di proprietà dall'abbazia ad opera dei monaci che erano stati cacciati dai Saraceni da Castel San Vincenzo.

Dalla sua costituzione Scapoli subì l'influenza di diverse famiglie di origine franco-romana, tra le quali nel 1043 prevalse la famiglia Borrello che aveva sottratto all'abbazia l'intera valle del Volturno.

Il paese ritornò nelle mani dell'abbazia grazie all'intervento del Papa Niccolò II per poi esservi di nuovo sottratto ad opera dei Conti dei Marsi. Successivamente dal 1200 passò in mano ai Caldora e nel 1382 il feudo fu venduto ai Pandone.

Nel XVI secolo e fino al 1621 fu dei Bucciarelli per poi essere ceduto a Innico di Grazia, barone di Cerro al Volturno, fino ad arrivare ai marchesi Battiloro.

Fu annesso al ducato di Terra di Lavoro fino al 1861 quando entrò nel territorio di Campobasso.

Durante la seconda guerra mondiale si trovò sulla famosa "Linea Gustav" creata dai Tedeschi per impedire l'avanzamento degli alleati. Molto importante fu infatti la costituzione proprio a Scapoli del Corpo Italiano di Liberazione, protagonista di sanguinose battaglie sul vicino Monte Marrone, per questo a Scapoli è stata insignita la Medaglia d'argento al merito civile

Nel 1970 fu annesso alla neonata provincia di Isernia e da 20 anni fa parte del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.

Il Borgo è a pianta circolare fortificata, conserva abbastanza bene l'assetto originario e si connota dalla presenza superiore del Palazzo fortificato dei Battiloro. La costruzione presenta le mura a strapiombo, sulla roccia affiorante della montagna, e costituiva le fondamenta del vecchio castello successivamente trasformato in residenza signorile. Di particolare interesse all'interno del palazzo, uno scalone conduceva ai sotterranei, e un grande camino in pietra nei locali delle cucine. L'ultimo esponente dei marchesi Battiloro, proprietario del palazzo, negli anni '60 donò la fortezza al Supremo Militare Ordine di Malta, che a sua volta lo ha alienato a privati che lo restaurarono. Altro elemento di interesse del centro storico è il Cammino di Ronda, dove si accede dall'androne antistante l'ingresso al Palazzo, dello "Sporto". Di qui si intraprende il percorso circolare che segue tutto il profilo orografico della roccia fortificata di Scapoli. Dallo Sporto si procede per la stradina "Scarupato", con un passaggio coperto da travi e loggiato, sulla sinistra dei portoncini e fondaci si alternano ad anguste finestre, mentre a destra aperture a tutto sesto formano la loggetta. Il percorso dura sino a "Portella", la stradina più ampia, e da un muretto si può ammirare il Monte Azzone, da cui sorge il fiume Volturno, con le rovine di Rocchetta Vecchia, nel comune di Rocchetta a Volturno, e la piana di Rocchetta Nuova. A questo punto il Cammino di Ronda si ripiega su sé stesso, conducendo alle "Merghe", il tratto più interessante, in quanto all'orizzonte si stagliano le moli del Monte Marrone e Monte Mare. Presso la scalinata moderna si costeggia il Palazzo Mancini, sede del Museo internazionale della Zampogna, con il vicolo Santa Maria, dove si trovava l'antica chiesa di Santa Maria delle Grazie in borgo. Ai piedi del castello si trova, in un piccolo rione a parte, la chiesa di San Giovanni, con l'antica fonte, nella piazzetta sottostante il Palazzo si trova il Museo dello Zampognaro del 1980, voluto dallo scultore Vittore Piotti, adagiato su basamento della roccia locale. Sul muretto di recinzione sono di interesse delle lapidi e decorazioni a rilievo tratte dai resti del monastero di San Pietro d'Itria.

La Chiesa Parrocchiale di San Giorgio è al centro del paese. La stessa fu ampiamente rifatta, negli interni, dopo la seconda guerra mondiale, in stile pseudo neoclassico. All'interno a tre navate con volte a botte lunettate, è collocata la tela del Santo che uccide il drago, sull'architrave del portale vi sono tre medaglioni di Marcello d'Aquila, a sinistra ritratto San Giovanni Battista, nel centro l'Agnello crucifero, e a destra un leone con aureola, rappresentante San Giorgio che uccide il drago, e l'iscrizione originale della lunetta del 1326. Infatti la chiesa conserva l'esterno abbastanza fedele all'originale, eccettuati rimaneggiamenti barocchi, come la costruzione del campanile e del finestrone centrale la facciata: la chiesa del XIV secolo venne ampliata dunque nel XVII, per volere del parroco Francesco Caccia che concluse i lavori nel 1685. Frammenti più antichi sono un arco trilobato gotico appartenente a un pulpito, il bue alato con la testa coronata d'aureola, simbolo dell'evangelista San Luca, e il libro che mantiene tra le zampe anteriori, non presentano naturalmente difficoltà di interpretazione. Fino al 1977 la chiesa dipendeva dalla diocesi di Cassino, poi di quella d'Isernia.

Il Campanile della Chiesa è in pietra concia, a pianta quadrata, con la sommità ornata da un tamburo ottagonale che custodisce l'orologio civico, e da una piccola cupola settecentesca alla napoletana. La statua di San Giorgio è di recente realizzazione, mentre quella più antica è del Settecento, in legno policromo, opera di Paolo Saverio di Zinno, custodita nella chiesa di San Giovanni. Altra particolarità è la statua di San Gerardo Confessore, a cui gli scapolesi dedicavano un pellegrinaggio fino al paese di Gallina.

La Chiesa di San Giovanni si trova ai piedi del Cammino di Ronda, nel piccolo sobborgo omonimo. All'interno sono conservati preziosi affreschi ritraente il Cristo in maestà dentro una mandorla, del XVII secolo, dunque è una ripresa del classico modello raffigurativo in voga nel XIII-XIV secolo; altri elementi di pregio sono la statua di Sant'Antonio di Padova, la statua vecchia di San Giorgio, e frammenti lapidei presso la facciata, provenienti dal distrutto monastero di San Pietro d'Itria. La chiesa è in pietra, molto semplice, la pianta rettangolare, con portale a tutto sesto lunettato, e piccolo campanile a vela. Nei pressi di questa chiesa sorgeva anche la chiesa di Santa Maria in Borgo, realizzata nei pressi del castello nel X secolo, e fu distrutta nel 1943-44, abbattuta poi nel 1949 per pericoli statici.

Le Antiche Fonti dove fino agli anni settanta le fanciulle scapolesi facevano la fila con le tine per prendere l'acqua e lavare i panni. Nel territorio scapolese sono presenti numerose fontane dalle quali sgorga un'ottima acqua di sorgente. L' Antica Fonte è a Scapoli ai piedi del nucleo medievale oltre la Chiesa di San Giovanni. Inoltre sono da segnalare la Fonte Castiglione, situata lungo la Via Romana a poca distanza dall'insediamento di Colle La Forca, la Fonte Costanza, dal cui toponimo è scaturito il nome della frazione omonima e ambedue sono situate alle pendici del Monte La Falconara, ricco di acqua. A pochi metri dal bivio che conduce alla frazione Ponte, si trova invece Fonte La Villa, che un tempo costituiva una tappa obbligata per gli abitanti che dalle frazioni si recavano a Scapoli.

Il Palazzo Marchesale Battiloro ricostruito presso l'antico castello medievale, si trova in cima al paese. Il castello originario venne eretto nel 982 dai Franchi, quando i monaci di San Vincenzo concessero la possibilità di erigere la rocca a guardia del monastero. Il castello successivamente passò a vari feudatari, sino alla ristrutturazione in palazzo nel XVII-XVIII secolo. Nel 1984 il terremoto del Lazio danneggiò la struttura, che però venne restaurata. Ha tre facciate che danno la vista sulle piazzette principali, i corpi aggiunti alla struttura originaria testimoniano l'attività edilizia dei Battiloro, che dovettero adattarsi nella resa delle strutture palaziate all'orografia del terreno roccioso. Le mura esterne sono la parte più antica, intervallate da torrette rompitratta, che danno a strapiombo sulla valle, l'ingresso principale è dato dalla via Sporto, mentre il corridoio Scarupato dà al cammino di ronda delle guardia, con annesso loggiato ad archi. Sul lato sinistro vi è la struttura settecentesca con le botteghe.

Le curiosità e i punti di interesse si spostano da fuori a dentro: scendendo per delle scalinate si accede ad un vicolo dove è posto l'ingresso al Museo Internazionale della Zampogna di Scapoli.

Il Museo Internazionale della Zampogna "Pasquale Vecchione" e Mostra Permanente della Zampogna fu allestito negli anni '70 nel cuore del centro, presso i ruderi della chiesa di Santa Maria, fu ingrandito nel 1990 e nel 2010. Nacque come esposizione annuale dello strumento con la prima edizione allestita nel 1975, ma il museo vero e proprio vide un progetto nel 1981 per volere del sindaco Pasquale Vecchione, a cui è dedicato. Morto prematuramente, il museo ha visto la nascita vera e propria con sede permanente nel 2002, benché le mostre annuali continuassero a susseguirsi, portando a Scapoli sempre più fama. La mostra dell'Associazione però usufruiva degli spazi già dal 1991, con l'istituzione di una festa ricreativa a tema, che prevedeva anche degustazione di prodotti tipici, in vista del Natale. Il museo offre il percorso storico dello strumento musicale, le leggende e le tradizioni locali del Natale, e modelli storici di grande pregio, e modelli più moderni. In paese esiste un secondo museo scapolese della Zampogna, museo Caccia, in Corso Kennedy, all'ingresso del paese storico. Entriamo e conservate nelle teche di vetro troviamo "zampogne e ciaramelle" di ogni genere e modelli provenienti da tutto il mondo. Il centro storico è ricco di botteghe e laboratori artigianali dove si possono trovare gli strumenti musicali tipici della tradizione come le famose zampogne, le ciaramelle, i tamburelli e gli organetti, ma anche i preziosissimi strumenti adoperati e fatti a mano per intagliare e scolpire i pregiati legni di ulivo, ciliegio e prugno.

Le Botteghe Artigiane sono i locali dei maestri artigiani della zampogna, dove si lavora ancora alla vecchia maniera seguendo la tradizione per la costruzione di zampogne e ciaramelle, strumento tipico dei viandanti durante il periodo natalizio dell'Abruzzo e del Molise. Il modello della zampogna più usato a Scapoli è quello 25 con chiave, tra i maestri artigiani più famosi di Scapoli ci fu Benedetto Di Fiore, che creò nei primi del Novecento la bottega d'arte ufficiale, fucina dei futuri maestri artigiani. Gli storici maestri sono oltre a B. Di Fiore, Ettore Di Fiore, Gerardo Guatieri, Luciano Di Fiore, Palmerino Caccia, Angelo Guatieri, mentre quelli attuali sono Franco Izzi, Fabio Ricci, Luigi Ricci, Paolo Di Fiore, Umberto di Fiore e Romero Ricci.

Monumento ai Caduti per ricordare le vittime civili e militari del paese. Nella stele, oltre ai nomi dei Caduti, vi sono quattro pannelli di bronzo dello scultore molisano Antonio Venditti dedicati alla guerra integrale che rappresentano: Soldati in trincea; Colonna di civili deportati; Cittadini fucilati per rappresaglia; Fine della guerra e ritorno alla vita con girotondo di bambini. A testimonianza dello strazio subìto dalla popolazione durante l'ultimo conflitto mondiale

Museo Storico Nazionale Del Corpo Italiano di Liberazione "ALDO MORO" di Scapoli, intitolato allo Statista Aldo Moro, quì sono presenti le seguenti sale espositive, ognuna delle quali dedicata agli avvenimenti che videro protagonisti i soldati del C.I.L. :

Sala 1 La Riconoscenza della Patria, tramite il Capo del Governo, on. Aldo Moro, il 22 aprile 1968 a Scapoli.

Sala 2 La Nascita del Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.).

Sala 3 La Firma dell'armistizio con gli sconvolgimenti che ne seguirono.

Sala 4 La Cobelligeranza a Monte Lungo e la decisione alleata di trasformare il I Raggruppamento Italiano da "unità di combattimento" a "unità di lavoro".

Sala 5 La prova positiva e decisiva del ricostituito raggruppamento italiano con destinazione nel settore Mainarde, a destra di Cassino, nella Linea Gustav.

Sala 6 La prima fase del Raggruppamento, nota come fase "statica" di superamento delle Mainarde (Molise) con forzamento della Linea Gustav fino alla periferia di Atina (Lazio), 17 km a nord-est di Cassino.

Sala 7 La seconda fase, nota come "dinamica" nel settore adriatico con avanzamento, scontri e successi.

Inoltre al suo interno è possibile visionare documenti e filmati storici originali riguardanti la nascita del C.I.L. e la Seconda Guerra Mondiale.

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