Un pò di storia

03.10.2020

La storia di "Sua Maestà il Raviolo Scapolese" troverebbe origine proprio in epoca medievale quando, i monaci "cucinieri" del Venerabile Abate Giovanni dell'antica città monastica di San Vincenzo al Volturo lo avrebbero portato sulla tavola di Maestro Lupo e della sua famiglia, primi abitanti di Scapoli.

Ma aldilà della sua storia medievale, il Raviolo Scapolese ha origini molto povere ed era presente nell'antica tradizione gastronomica scapolese proprio per la semplicità ed essenzialità dei componenti che ne formavano il ripieno, prevedendo di ridurre in poltiglia nel mortaio della carne insaporita e speziata, per poi avvolgerla in una sfoglia di pasta. Si trattava quindi di un piatto poverissimo, arricchito nei tempi di massima con verdure spontanee e formaggio di capra o pecora in tempi di carestia, con un involucro che poteva essere realizzato anche con farine di altri cereali, come ad esempio la segala, il farro o la spelta (molto utilizzata a Scapoli anche per la copertura dei pagliai e di molte abitazioni rurali).

Attorno al 1850 questa specialità inizia a diffondersi e diventa proprio una pietanza della festa, in modo particolare del Martedì Grasso. Ed è in questo periodo che il Raviolo si completa con i prodotti del Nuovo Mondo, quali patate e pomodoro e il ragù, che a Scapoli viene rielaborato con l'utilizzo del cosciotto di capra lardellato, una carne di facile reperibilità nella zona. E' così che il Raviolo Scapolese diventa simbolo per eccellenza del Carnevale. A Scapoli, infatti, per prepararsi alla Quaresima si organizzano grandi mangiate di ravioli, da qui la famosa sagra della Raviolata.

In un antico registro delle spese della famiglia dei Marchesi Battiloro nel Castello di Scapoli appare molto spesso la voce "Raviuoli alla maniera di Scapoli" come pasto servito dall'Arciprete in carica in onore del Venerabile Abate di Montecassino. E' da questa indicazione che il Raviolo sembrerebbe trarre origine dai Palazzi della famiglia in Napoli, in particolare dal Palazzo Monumentale sulla Riviera di Chiaia.

Una preziosa ricetta dei "Raviuoli alla maniera di Scapoli" è datata 1858 e proviene da un ricettario conservato nell'Archivio privato dei Marchesi Battiloro. Da questi registri arrivano notizie dettagliate sugli usi e costumi della realtà rurale di Scapoli.

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